Non è sempre facile soddisfare le nostre aspettative quando iniziamo un percorso spirituale. Potremmo facilmente trovarci in una situazione del genere: al termine di una lezione di qi gong rilassante o di un ritiro di meditazione, o di una sessione serena di respirazione o di qualsiasi attività che favorisca il contatto profondo con noi stessi, trovare difficoltà a mantenere il senso di pace raggiunto. Una lunga fila al negozio, il traffico lento o un’altra situazione stressante ci può innervosire e portare a domandarsi perché la tranquillità e l’equilibrio spirituale che coltiviamo con tanta cura e dedizione sono così veloci da scomparire di fronte a certi fattori di stress. Ci si potrebbe sentire in colpa e in conflitto con noi stessi o addirittura pensare di avere un atteggiamento ipocrita per non essere in grado di mantenere il controllo dopo aver praticato l’essere centrato. Questo atteggiamento non aiuta, piuttosto rende ancora più difficile il cammino dell’anima verso la sua realizzazione. La chiave è sempre essere pazienti e amorevoli verso noi stessi piuttosto che alimentare la frustrazione per una presunta mancanza di progresso. Fare il meglio che puoi nella tua ricerca della crescita spirituale è di gran lunga più importante che cercare la perfezione.

 Quando ci si avvicina consapevolmente ad una evoluzione personale, si possono provare emozioni intense come la rabbia, o il senso di fallimento, o di sconforto per alcune coazioni a ripetere che si verificano nella nostra vita quotidiana. Essere consapevoli di ciò che si sta vivendo e riconoscendo che i questi sentimenti sono temporanei, si inizia a fare i passi necessari per ritrovare il proprio equilibrio interno. Accettare che di tanto in tanto sorgeranno situazioni difficili e pensare la propria reazione ad esse come un evento temporaneo piuttosto che una parte di ciò che si è, può aiutare a superarle con successo. Praticare questa forma di accettazione e prestare attenzione amorevole alle proprie reazioni per imparare da esse, renderà più facile in futuro tornare alla propria centratura più rapidamente.

Anche se in quel momento possiamo solo riconoscere le nostre sensazioni e realizziamo che poco si può fare per influenzare le circostanze attuali, col tempo la reazione a tali circostanze si modificherà. Gradualmente, impareremo a far sì che i pensieri negativi entrino nella nostra mente, riconoscendoli come tali e poi lasciandoli andare. Una delle mie insegnanti proponeva a tal proposito il “gioco” dell’etichettatura: ad ogni pensiero che ci passa in mente dare un’etichetta e riporlo sul giusto scaffale, lasciandolo lì per quello che è, ossia altro da me, da noi. In questo modo forse non si raggiungerà immediatamente un luogo di pace perfetta, ma per certo si proverà una gran serenità per aver fatto del proprio meglio, dandoci una virtuale pacca sulla spalla, di incoraggiamento e mai più severi gesti di rimprovero.

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